Prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro

Contesto

Le malattie professionali costituiscono la causa più diffusa di decesso nel lungo periodo rappresentando, nel mondo, secondo la International Labour Office (ILO), ben l’80% circa delle 2.300.000 morti collegate al lavoro. Come evidenziato dal Piano Nazionale di Prevenzione (PNP) 2020-2025 vi è la necessità di conoscere meglio il fenomeno dal punto di vista quali-quantitativo al fine di programmare azioni di prevenzione mirate ed eƯicaci e consentire il dovuto riconoscimento delle malattie professionali. A livello nazionale, i disturbi da stress lavoro-correlato (SLC) e l’incremento delle problematiche psicologiche nella popolazione generale costituiscono un serio problema di salute che presenta profondi eƯetti sul lavoro, con evidenti ripercussioni anche a livello di produttività delle aziende ed economico.

La Basilicata, in misura analoga al resto del Mezzogiorno, ha subito gli eƯetti di un decennio di forte recessione economica acuiti ancor più dalla recente pandemia da SARS-CoV-2. Dati relativi al Rapporto INAIL 2019 della Regione Basilicata riportano che le denunce di malattia professionale protocollate nel 2019 sono state 657, in aumento rispetto al 2017 (+1,08%) e in diminuzione rispetto al 2018 (-6,81%). Le malattie professionali riconosciute nel 2019 sono state 108 (-51,35% rispetto al 2017, -61,57% rispetto al 2018).

Obiettivi

Il Piano intende contribuire all’accrescimento e al miglioramento complessivo del sistema di gestione dei rischi psicosociali, attraverso un piano di monitoraggio sullo stato di attuazione delle indicazioni normative e tecniche, la definizione di standard per gli interventi formativi e la realizzazione di azioni mirate di prevenzione.
 
Lo sviluppo di programmi che affrontino le problematiche psicologiche a livello territoriale deve avvalersi di attività di formazione/informazione specifica; attività di sensibilizzazione sulle problematiche psicologiche e sui disturbi mentali con il coinvolgimento dei Lavoratori, Datori di Lavoro, Medici Competenti, RLS, sindacati, enti di categoria; favorire l’accesso alle cure disponibili sul territorio; valutazione dello SLC a livello regionale attraverso il monitoraggio delle attività di vigilanza da parte dei Servizi delle ASL.

Aree di intervento

Le attività si svilupperanno dapprima a livello locale mediante studi di fattibilità con l’individuazione di strumenti funzionali utilizzabili su base volontaria in ambito ambulatoriale e mediante lo sviluppo di valutazioni pilota sul campo per verificarne l’eventuale applicabilità (sulla base delle adesioni, della disponibilità di risorse umane e logistiche), una attività reportistica, una diƯusione dei risultati e una sua eventuale estensione al territorio regionale.

Particolare considerazione potrà essere riservata a quelle categorie di lavoratori che hanno maggiormente subito gli effetti diretti/indiretti della COVID-19. In ambito ogni attività prevederà la successione di momenti informativi, di condivisione, di sensibilizzazione e di coinvolgimento attivo al fine di incrementare la collaborazione dei Medici Competenti, Datori di Lavoro, Lavoratori, RLS, rappresentanze sindacali, Medici di Famiglia o specialisti territoriali del Sistema Sanitario Regionale. L’obiettivo è quello di fornire strumenti e collegamenti diretti tra aziende aderenti ad un piano di Workplace Health Promotion e le ASL di riferimento.